A cura di Fiore Marro
Vincenzo Baccher
Caserta 24-10-1824 Napoli 13-1-1897
Capitano di I Classe
Vincenzo Baccher, fu con il fratello Francesco l’ultimo discendente di una famiglia di profonda fede borbonica, famiglia che aveva scritto il suo nome nella storia del regno in uno dei momenti più difficili.
Durante la prima occupazione francese (1799) furono a capo della resistenza popolare contro i giacobini,furono l’anima del lealismo legittimista.
Per la delazione della nota Luisa Molino Sanfelice che oltre ad essere,amante sia di Gerardo Baccher che di Vincenzo Cuoco,frequentava anche un giacobino di nome Ferdinando Ferri al quale rivelò una congiura in atto ad opera dei Baccher.
Ferri denunciò Gerardo e Gennaro Baccher, alla portoghese Eleonora Pimentel Fonseca, ignobile figura della repubblica napoletana che organizzò una farsa di processo condannando alla fucilazione i fratelli Baccher.
Il padre dei due,Vincenzo fu gettato nelle carceri e alla restaurazione fu implacabile finchè non vide penzolare la Pimentel Fonseca dalla forca e la Sanfelice cadere sul patibolo.
Durante la seconda invasione francese il vecchio Don Vincenzo con il figlio Camillo patì la prigione per nove lunghi anni.
Camillo Baccher era il padre del Capitano di I classe,Vincenzo,che era quindi cresciuto in un clima di totale devozione nei confronti della dinastia borbonica.
Nel 1860 comandava la batteria numero 4 dislocata negli Abruzzi.
Non senza difficolta’ riuscì a giungere al Volturno dove fu promosso maggiore.
Il 26 ottobre la batteria fu assegnata alla brigata di retroguardia dell’esercito e il 29 difese le posizioni sul Garigliano perdendo 29 uomini.
La batteria di Baccher fu una di quelle che sconfinarono nello Stato Pontificio, Baccher ebbe l’ingrato compito di firmare il verbale di requisizione di tutte le armi da parte dei francesi. Naturalmente non aderì alla integrazione nell’esercito piemontese,dedicandosi alla professione di ingegnere.
I REGGIMENTO DRAGONI “Ufficiale in grande tenuta” 1854