A cura di Fiore Marro
Federico Fiore
Salerno 17/9/1816
Capitano
Entrò a 27 anni nell’esercito come volontario e fu assegnato al I Cacciatori.
Dopo solo 5 anni, per merito, fu promosso alfiere al III cacciatori. Partecipò alla campagna di Sicilia distinguendosi in tutte le azioni militari assegnategli ed ebbe la medaglia d’oro.
Nel 1850 si distinse in Basilicata in azioni contro la delinquenza comune e fu decorato con la medaglia di Francesco I. Entrò nelle grazie di Alessandro Nunziante, ne divenne inseparabile uomo di fiducia e confidente.
Fece parte del collegio giudicante al processo contro Agesilao Milano, attentatore del Re Ferdinando II.
Nell’aprile del 1860 fu inviato in Calabria presso il maresciallo Ritucci, comandante territoriale e per solerzia nell’esercizio delle sue funzioni, ebbe la croce di Grazia di S. Giorgio. Lo stesso Ritucci ricorda di averlo trattato con circospezione proprio perchè amico del Nunziante. Ma questa amicizia si spezzò quando Nunziante tradì, nel diario dell’ammiraglio Persano si trovano tracce della richiesta del vile traditore Nunziante di poter avere Fiore come collaboratore ma il capitano borbonico, rifiutò sdegnosamente e chiuse definitivamente ogni rapporto.
Passato il Volturno con il battaglione del 14° cacciatori, il 19 settembre, a Triflisco, difese valorosamente la posizione assegnatagli, rimanendo anche ferito, nonostante ciA? continuA? nello scontro fino a che il nemico non si ritirò.
Dieci giorni dopo ancora dolorante guidò la sua compagnia all’assalto di una casina fortificata a S. Angelo che fu presa a viva forza dopo ore di combattimento, infine nell’azione del 12 novembre fu tra i più valorosi.
Alla resa di Gaeta non volle entrare nell’esercito sardo ma anzi iniziò a cospirare incessantemente fino all’arresto avvenuto nel 1861, per avere scritto opuscoli contro i Piemontesi invasori e contro i traditori del regno a partire dal vile Nunziante.
L’anno successivo fu di nuovo incarcerato per avere affisso cartelli legittimisti.
Nel 1863 fu arrestato con il fratello Eduardo ex ufficiale dell’11° cacciatori, con l’accusa di avere effettuato arruolamenti per la resistenza armata e per avere favorito diserzioni di soldati napoletani dall’esercito italiano.
Nicola Amore scrisse di lui nei rapporti alla magistratura “Federico Fiore non ha mai cessato di vantarsi nei suoi discorsi e nei suoi scritti di avere sostenuto il vessillo borbonico come insegna di onore. Cospira con tutta la rabbia del legittimista e rispetta nell’attuale governo solo la forza che lo obbliga a stare tranquillo”
Nicola Amore non volendo ha trasmesso a noi borbonici le gesta di un degno figlio duosiciliano.
Fu collaboratore di Achille Cosenza, subendo le vessazioni nel carcere savoiardo, amnistiato nel 1870 si ritirò in famiglia .
Le gesta di questo eroe duosiciliano sia di monito ancora oggi, amico fidato del suo superiore ma nemico acerrimo del suddetto nel momento del tradimento.
Di questo degno soldato borbonico si sono perse le tracce dal momento dell’amnistia.
Ufficiale dell’esercito borbonico
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