Di Luca Longo
Invece di importare manodopera meridionale al Nord, costruiamo fabbriche al Sud per dare lavoro ai disoccupati.Ai??Queste furono le ragioni sociali che portarono alla nascita dello stabilimento di Pomigliano dai??i??Arco (NA) e della prima utilitaria dellai??i??Alfa Romeo, chiamata appunto ai???Alfasudai???.
Un impegno che lai??i??Alfa Romeo, a quei tempi industria di Stato, era chiamata ad assolvere prima di ogni altro.Ai??Nel 1968, infatti, divenne finalmente attiva lai??i??ai???Industria Napoletana Costruzione Autoveicoli Alfa Romeo- Alfasud S.p.A .ai??? di cui erano azionisti lai??i??Alfa Romeo stessa (88%), la Finmeccanica (10%) e lai??i??IRI (2%).
La copertura finanziaria del progetto, per un preventivo di 300 milioni di lire di allora, che comunque fu superato di poco, fu garantita, a tasso agevolato, dalla Cassa per il Mezzogiorno dallai??i??Istituto di Credito per le Imprese di Pubblica UtilitAi??, dallai??i??Istituto Mobiliare Italiano, dallai??i??Istituto per lo Sviluppo Economico dellai??i??Italia Meridionale e dal Banco di Napoli.
La posa della prima pietra avvenne il 29 aprile 1968 alla presenza dellai??i??allora Presidente del Consiglio Aldo Moro, il lavori di sbancamento , sistemazione del terreno e scavo per le opere civili iniziarono nellai??i??agosto dello stesso anno.
Lo stabilimento comprendeva oltre 400.000 mq di superficie costruita, con cinque reparti principali di produzione climatizzati e altri quattro edifici separati.
Tra gli accessori una pista di prova di 7 km, una rete stradale interna di circa 15 km,Ai??un raccordo ferroviario di oltre 13 km, oltre 13 km, un piazzale di 351.000 mq dipendenti per oltre 6.000 vetture.
A regime era previsto che con poco piA? sarebbe stata di 300.000 vetture lai??i??anno.Ai??Oggi un secondo raccordo ferroviario interno di per vetture in spedizione ed un parcheggioAi??di 16.000 dipendenti la capacitAi?? produttivaAi??Alfa Romeo A? prodotta a Pomigliano dai??i??Arco.
Lai??i??autonomia delle nostre Terre consentirAi?? di attirare capitali, soprattutto dallai??i??estero, attraverso la fiscalitAi?? di vantaggio, ovvero grazie ad aliquote fiscali piA? basse rispetto ai Paesi concorrenti.
Questi capitali dovranno essere investiti in fabbriche al Sud che daranno lavoro ai nostri disoccupati.
I 16.000 dipendenti di Pomigliano dei primi anni ai??i??70 sono una cifra che rende chiaro lai??i??obiettivo da raggiungere.
Non cai??i??A?, a mio parere, altro sistema per uscire dal degrado socioeconomico che attanaglia le nostre Due Sicilie.
Luca Longo