Il sentimento anti-meridionale si fa spazio a gomitate tra le risate provocate dalle grasse battute del primo cittadino di Berna. Il borgomastro socialista della capitale svizzera, Alexander TschAi??ppAi??t, secondo quanto riportato dal quotidiano ai???TagesAnzeigerai??i??, avrebbe deliziato il pubblico del cabaret itinerante ai???Das Zelt (La Tenda) Ai??- Comedy Clubai??i??, affondando la lingua nel putridume del sentimento anti-italiano, emerso nella stagione post bellica, caratterizzata dallai??i??emigrazione di massa verso i cantoni svizzeri. Queste le ai???barzelletteai??i?? incriminate: ai???Gli italiani sono bassi perchAi?? le loro madri gli raccomandano di non crescere, altrimenti devono cercarsi un lavoro, mentre i napoletani – ma tutti i meridionali – non possono svolgere piA? di un mestiere perchAi?? a stento ne vogliono fare unoai???. La cosa grave A? che, quando qualcuno ha mosso piccate osservazioni alle sue battute, di evidente stampo razzista, il sindaco ha chiosato: ai???Non ho intenzione di commentare le battute della mia esibizione comica – ha sostenuto – se dovessi avere offeso i sentimenti di alcune persone, esprimo in questo caso rammaricoai???, che tradotto sembra voler significare non me ne frega un beneamato. Per buttarla sui numeri ci piace ricordare, al comico borgomastro, che il 16% dei cittadini della confederazione hanno origini italiane, del sud in particolare, che ogni giorno oltre 60mila italiani oltrepassano il confine per andare a lavorare nella sua Svizzera e che sono piA? di 300mila i nostri connazionali in possesso del doppio passaporto; ma cai??i??A? dellai??i??altro. In Italia, oggi, sono oltre 50mila i cittadini svizzeri residenti e, tra questi, anche quelli con doppia nazionalitAi??. A Napoli risiedono circa 6mila elvetici, molti dei quali con doppia nazionalitAi??. Milano, con oltre 23mila presenze, A? la cittAi?? italiana in cui vive il maggior numero di confederati. Allai??i??esilarante borgomastro sembra, quindi, doveroso rammentare un poai??i?? della sua stessa storia. Nel 1839 arrivA? a Napoli, August von Wittel. Il tecnico ferroviario, svizzero-tedesco, fu chiamato per prendere parte ai lavori di progettazione e costruzione della linea ferroviaria, Napoli-Portici, voluta da Ferdinando I di Borbone; August lavorava nello stabilimento di Pietrarsa. A Torre Annunziata, dove domiciliava, sai??i??innamorA? di Rosetta Inzerillo, figlia di un pastaio torrese. LasciA? Pietrarsa per dedicarsi ai maccheroni, nella bottega degli Inzerillo. GiAi?? nel 1862 cambiA? il cognome da Von Wittel in Vojello, dando origine a una delle eccellenze napoletane. La prima ondata migratoria dalla Svizzera verso Napoli, capitale del Regno, avviene tra la seconda metAi?? del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. Molti svizzeri migrarono con le relative famiglie nel Regno delle Due Sicilie come operai, imprenditori e banchieri; una forza lavoro impiegata nelle industrie tessili e nei cotonifici, nelle banche e nel commercio piA? in generale. I ai???TitA?ai??i?? o gli ai???sguizzeriai??i?? erano cari ai partenopei fin dai primi anni del ai???700. Lai??i??esercito elvetico era particolarmente ben voluto dai popolani nonostante alcuni episodi in cui ebbero a fronteggiarsi. I flussi migratori verso Napoli, sono stati alimentati da cittAi?? importanti come Ginevra, NeuchA?tel, Zurigo e dalla stessa Berna ma questo grazie alla grande forza attrattiva della capitale del regno borbonico. Gli svizzeri approdarono a Napoli spinti dalle offerte dai??i??impiego nei settori piA? disparati; intorno alla metAi?? dell’ottocento nella capitale del Regno, quella svizzera, era la comunitAi?? migrante piA? numerosa. Viene voglia, ancora, di ricordare lai??i??opera svolta dalle famiglie Meuricoffre, dai Wenner, dei pasticcieri Caflish (il cui ultimo discendente A? morto a Napoli nel 1979). E’ nota lai??i??opera di Aurelio Item, e il suo ritrovamento, negli scavi di Pompei, della famosa Villa dei Misteri. E ancora le famiglie Egg, Schlaepfer, Meyer, Corradini, Zollinger e i von Arx. Va ricordato anche Domenico Gagini da Bissone, lai??i??artista che scolpAi?? la statua della Temperanza, giunto nella capitale partenopea nel 1457 e poi, lai??i??architetto ticinese Domenico Fontana, e il suo collega architetto, Pietro Bianchi, che nel 1816 ricevette lai??i??incarico, da Ferdinando I, di progettare e dirigere i lavori di quello che sarebbe dovuto essere il ai???Pantheonai??i?? dei Borbone, la chiesa di San Francesco di Paola. A differenza di altre etnie, quella svizzera, nella sua seconda generazione, sai??i??incastonA? perfettamente nella societAi?? napoletana. Potremmo andare ancora avanti, offrendo numerosi altri spunti al necessario pentimento del caro sindaco di Berna che, questa volta, lai??i??ha fatta proprio grossa.
Nando Cimino
3 Comments
Fino a quando non si denunzia, non cambia niente. Bisognerebbe ricordargli inoltre che a Catania l’esistenza di una scuola svizzera ricorda che in Sicilia c’erano emigrati svizzeri
http://www.scuolasvizzeracatania.it/de/
Ciao
Tizza
Caro Signore tutto dipende dalla Cultura direi che con questo esempio i Vatussi sono Ariani.Siamo seri è la Cultura è il valore dei Popoli nel 1130 il Regno di Sicilia2Sicilie è stato il Regno più importante del Mondo donsalvococo@yahoo.it
Posso capire che Tschäppät ignori come tanti altri la gloriosa storia del Regno delle Due Sicilie, alla quale contribuirono anche gli elvetici; ma dovrebbe sapere che gli italiani in Svizzera (in maggioranza meridionali) sono oggi la comunità straniera che meglio si è integrata e questo dato è provato dall’osservazione statistica che la seconda generazione di italiani (i cosiddetti “secundi”) hanno migliorato la loro condizione sociale trovando lavoro come impiegati (mentre i genitori erano soprattutto operai).
Nessun’altra comunità ha avuto un tale miglioramento.
Parole al vento?