ai???Costantinus Oddi, coelebs, annorum 22, filius Dominici, et Dominicae Bucceri, a militibus Pedemontanis, Jacobum Giorgi ejusque grassatores socios insequentibus, occisus est, sequenti die in Parrochiali Ecclesia sepultusai???.
Sono queste le poche e scarne parole che si leggono sul ai???Liber Mortuorumai??? della parrocchia di Scurcola Marsicana, ad un tiro schioppo o quasi da Tagliacozzo, e ancora piA? scarna A? l’annotazione a Santa Lucia di Magliano dei Marsici ai???Arrigus Ballandini, de Terra Malleani, occasione militari obiit Terra Scurculaeai???.
All’origine di questi appunti una evento dimenticato o quasi, da pochi giorni si era entrati nel nuovo anno, un anno cruciale per la nostra storia che vide il tramonto di un’epoca, era il 23 gennaio del 1861 e fedele alle direttive del comando il colonnello Carlo Pietro Quintini del 40Ai?? fanteria sabauda allineA? 89 militari borbonici per fucilarli.
Quegli sventurati erano stati catturati e rinchiusi nella Chiesa delle Anime Sante al termine di uno scontro avvenuto tre giorni prima e processati in maniera sommaria.
Insieme agli 89 soldati al processo parteciparono dietro al banco degli imputati altri 336 rei di sovversione di cui ogni traccia A? stata cancellata.
Ma andiamo per ordine, le scarne notizie fanno intendere che il giorno 20 gennaio il capitano piemontese Foldi ebbe uno scontro con un contingente borbonico ribelle, male armato e ormai ridotto allo stremo, si ebbero 130 caduti d parte borbonica mentre sul fronte opposto solo due unitAi?? persero la vita mentre altri quattro ebbero ferite.
Dello scontro si ha la beffarda cronaca di Marco Monnier riportate su ai???Notizie storiche sul brigantaggio nelle provincie Napoletane dai tempi di FrAi?? Diavolo ai giorni nostriai??? (1862), egli scriveva che ai???nel combattimento fu presa una delle loro bandiere. Era un vecchio crocifisso in legno, al quale avean legato con dello spago un pezzo di stoffa rossa, strappata da qualche parato di chiesa: l’asta era un bastone di tenda tolto ai soldati piemontesi a Tagliacozzo. Ma questo cencio giAi?? forato nobilmente come una bandiera non era l’orifiamma; essa non veniva esposta alle palle e non era uscita da Tagliacozzo. Era un magnifico quadrato di seta bianca (ai??i??), adattissimo per una processione. Da un lato vi si scorgeva Maria Cristina (madre di Francesco II e Principessa di Carignano) in ginocchio davanti a una Madonna, nell’atto di calpestare la croce di Savoia. Dall’altro lato eravi una Immacolata Concezione. Quello stendardo era stato benedetto dal Papa, e se ne attendevano miracoli. CominciA? assai male con questa sventurata spedizioneai???
I restanti ribelli vennero rinchiusi all’interno della chiesa in attesa della loro sorte, si sa con precisione che erano 89 i soldati mentre i restanti detenuti erano civili.
Probabilmente c’erano altri ribelli fuggitivi in quanto il medico Giovanni Mauti di Loco dei Marsi venne anch’egli fucilato per non aver tradito i suoi compagni, i piemontesi gli avevano garantito la salvezza nel caso avesse parlato.
Di questa strage si hanno solo pochi dati, ma quante altre invece sono state occultate e cadute nell’oblio, quante altre resteranno impunite, quanti altri nomi di carnefici sono celati dietro l’eroica impresa risorgimentale.
Qualcuno dirAi?? che gli eserciti occupanti del periodo utilizzavano spesso queste forme di repressione, personalmente non accetterA? mai la definizione di ai???liberazioneai??? utilizzata per l’occasione perchAi?? fu una mera azione di conquista e colonizzazione favorita da una minoranza intellettuale che Ferdinando avrebbe dovuto estirpare invece di essere il magnanimo padre di tutto il popolo delle Due Sicilie, grazie alle menzogne di queste minoranze fu possibile isolare il regno a livello internazionale, fu grazie a queste minoranze che oggi simo messi cosAi??.
La colpa non fu dei piemontesi che colsero l’occasione, la colpa fu dei duosiciliani che favorirono l’avvento del Regno d’Italia, e come allora oggi sono i duosiciliani a richiamare un altro ai???liberatoreai???.
Errare umanum est, perseueret assholes.
Vincenzo Tortorella