Scampia “Il popolo delle formiche” ma soprattutto quello a salvaguardia del territorio duosiciliano
Di Fiore Marro
Caserta 6 dicembre 2018
Sono stato anche io a Scampia, sabato 2 dicembre 2018, presente assieme a Lorenzo Degl’Innocenti ( vecchia guardia neoborbonica, anche se ancora giovanissimo), per la riunione pianificata da Pino Aprile, adunata meridionalista con quel titolo ambizioso ma anche un poco repellente: “Il Popolo delle Formiche”, speriamo venga presto cambiato, perché a mio sommesso avviso le formiche comunque trasmettono un senso per nulla di pulizia, mentre noi ne abbiamo bisogno e a iosa.
A Scampia e da Scampia si parte, Pino Aprile dice che: “Il progetto si presenta come una piattaforma mobile: chiunque potrà farne parte, aderendo ai progetti e alle iniziative che saranno promosse e astenendosi da quelli che non condivide, ma anche suggerendone di nuovi.
Finché si è d’accordo su qualcosa, perché non farla insieme? E se su altro non si è d’accordo, perché dividersi pure su quello che può unire? Questo ad alcuni è parso poco o comunque meno di quanto si aspettava; altri , invece hanno visto la possibilità di evitare quello che ha frammentato tutti i tentativi fin qui fatti di dar vita a un partito o movimento meridionalista: appena sorgeva un contrasto su un progetto, il gruppo si spaccava. Quindi è andata bene o male? Non so; a me sembra l’unica via percorribile. I risultati ci diranno se stiamo facendo bene o male, ma se il modo sperimentato sinora ha prodotto quasi solo scissioni, il ricorso a un modo diverso, meno tradizionale, meno rigido e verticistico, non potrà far di peggio e c’è speranza che funzioni meglio. Il mondo cambia, gli strumenti di comunicazione e aggregazione pure; in Italia, con i cinquestelle, si è sperimentato come travasare “like” virtuali in voti veri nelle urne. Bisogna inventare qualcosa di nuovo e aggiustarlo strada facendo. Ci siamo incontrati nell’Officina delle culture “Gelsomina Verde”, a Scampia: napoletani e altri della Campania, pugliesi di Puglia e fuori sede, lucani e calabresi, più terroni di varia origine sparsi un po’ ovunque. Non tantissimi (una trentina scarsi), essendo riunione in cui ognuno rappresentava altri (pochi o tanti che fossero). “
Ho avvalorato che è una buona strada, un buon tentativo, l’ennesimo, perché non sono mai troppi i tentativi per la svolta, perché così deve essere. Ho ribadito il concetto che pure non occupandoci di politica noi dei CDS siamo al fianco sia di Aprile e di chiunque tenta, cerca, opera per il bene e la speranza dei nostri territori.
Ho confermato la nostra totale stima e fiducia verso Aprile, mentre sono scettico nei confronti di qualcuno dei presenti spudoratamente schierato a sinistra, ma ugualmente lo sarei stato se si fosse dimostrato allineato a posizioni di destra (come accadde a Melfi).
Tuttavia come Totò avrebbe detto : “Bazzecole, qui si rifanno le Due Sicilie e al diavolo il resto”.
Siamo stati presenti al fianco dei neoborbonici di Gennaro De Crescenzo, che reputiamo assieme a Pino Aprile il migliore dei nostri esponenti. Siamo andati, anche se sapevamo di incontrare alcune figure che bazzicano l’ambiente da sempre deleterie, il passato di ognuno è un curriculum vitae di quel che si è e si è stati, ma pazienza e olio di gomito.
Il Sud ha bisogno di tutte le sue forze poi col tempo verrà una naturale cernita, per ora testa bassa e pedalare. Sempre dalla nota divulgata via telematica da Aprile riporto le conclusioni dell’incontro e le prossime azioni : 1) ostacolare l’Autonomia-Secessione delle Regioni più ricche che vogliono portar via la cassa, lasciandoci i debiti; 2) prima i Lep, ovvero definire i livelli e i costi delle prestazioni essenziali uguali per tutti (sanità, scuola, trasporti…). In prospettiva: cittadini alla pari (ed è la pressione più forte, non essendoci ormai più fiducia, o essendocene molto poca, nella volontà e nella possibilità di uno Stato davvero equo) oppure da soli. Macroregione, Autonomia, Secessione…, qualunque cosa, purché non più colonia.