NINO: L’ ORGOGLIO DEI POVERI!
di G.Larosa
Nino d’Angelo e’ il cantante dei poveri, la sua grandezza è di essere rimasto povero e fiero dei poveri, le sue ultime canzoni sono da ascoltare e da vedere e da ammirare. Con gente come lui si può seriamente sperare in un mondo migliore. Nell’articolo il grazie a Nino da parte di Giulio Larosa
Nino d’Angelo è l’uomo di spettacolo che più merita la nostra ammirazione e la nostra stima. Nino è prima di tutto un artista eccezionale, ascoltate e guardate il video associato ad opere eccelse come Jamm ja’, si turnasse a nascere, brava gente! Bastano i titoli per emozionarsi: trasudano amore per il prossimo, per la propria terra, per i poveri, per i semplici, per gli sfruttati. E le immagini parlano chiaro: non si vedono le Napoli da cartolina o le viste da Posillipo ma si vedono Barra, Scampia, Pignasecca….Ponticelli…. Lui che canta guidando un ape, l’ ape dei poveri, un ape che vola tra le strade dei poveri dei lavoratori della brava gente che fatica ad arrivare non a fine mese ma a fine settimana e’ un capolavoro! Ma la cosa sublime è che la realtà che mostra e canta Nino somiglia a quella dei Pasolini, dei De Sica ma al contrario di loro non e’ una realtà vista dall’alto, da chi è “altro” ma è vista da dentro, da uno che ne fa parte. Nino d’Angelo non e’ un ex povero, è un povero, anche se il suo conto in banca non lo è più, perché è veramente rimasto povero nello spirito. Nino non è un povero che ce l’ha fatta, un ex povero, lui è ancora povero, come prima, anzi ancora di più, perché negli anni, col successo, non ha più avuto l’esigenza di affermarsi e quindi ha potuto tornare sempre più alle origini, riprendersi l’ identità, si è evoluto e sublimato tornando indietro, riprendendosi la popolarità, il dolore di chi lavora senza prospettive, la generosità di chi ha poco ma che dà col piacere di donare. Qualche anno fa Nino ha passato il capodanno in carcere, con i carcerati. Era contento, non ha fatto alcuna pubblicità a questa iniziativa, ci e’ andato con piacere e si vedeva chiaramente che per lui era di gran lunga uno dei migliori capodanni che gli potevano capitare, si vedeva che li’ dentro, con questi ultimi, con questi poveri scarti della società, si trovava bene, li amava ed era amato, erano tutti perfettamente a loro agio. Nino è il cantante dei poveri di spirito, degli zingari, dei senegalesi napoletanizzati. Nino non è soltanto un povero ma e’ un povero fiero di essere povero e fiero dei poveri, consapevole del suo valore e del valore della sua gente sulla cui vita lucra questa infame società degradata e depravata. Nino e i nostri poveri che lavorano, che soffrono, che lottano per sopravvivere sono i nuovi briganti fedeli alla patria occupata che non si arrendono allo sfacelo. Se si vorrà ricostruire qualcosa di degno, riportare la civiltà in queste Duesicilie moralmente, socialmente ed economicamente devastate, è su gente come loro che si deve contare, sui poveri di spirito, sui miti che erediteranno il mondo ma che oggi combattono e non mollano.