Con Miss Due Sicilie
L’anniversario di matrimonio dei Borbone a Napoli, il regalo più bello ai Neoborbonici di Gennaro De Crescenzo per il loro 25° anno di fondazione.
Di Fiore Marro
Caserta 6 novembre 2018
Non è facile per me, che per lungo tempo ho fatto parte integrante del progetto neoborbonico, raccontare le forti sensazioni provate sabato 3 novembre sa scorso presso il teatro Mediterraneo di Napoli, in occasione della festa per il 25° anno di fondazione del gruppo identitario borbonico che a mio avviso rimane il sodalizio pilota per tutti gli altri, compresi noi del Comitato Due Sicilie.
Difficile spiegare l’emozione di riabbracciare la vecchia guardia neoborbonica, quella che si riuniva ogni giovedì sera, nei pressi di Palazzo San Giacomo, bello rivedere Attilio Barone, Riccardo Giobbe, Luca Esposito, Alessandro Romano, Salvatore Lanza, che sono apparsi, come l’inno di Pazzaglia, come “ritornati dal passato”, da quei giorni di speranze, di sogni tenuti segreti, di litigi, di incomprensioni, che poi passano, come accade in una vera famiglia, in una vera comunità. Così è stato per noi, per tutti noi.
Era la loro festa e in parte anche la nostra, e siamo arrivati da Milano, da Bari, da Civitella, da Roma, da Caserta e da Napoli, per stare con loro, per ringraziarli e per ribadire la nostra amicizia, il nostro affetto, la nostra felicità per il loro glorioso traguardo.
Le emozioni si sono susseguite in rapida successione. A me è toccato il piacevole compito di accompagnare sul palco la giovane e bellissima Miss Due Sicilie 2018, Alessia Chianese da Aversa, eletta ad agosto scorso, nella splendida cornice di Sirignano, in una manifestazione di bellezza curata da Massimo Civale, e di donare, a Gennaro De Crescenzo, una targa commemorativa con cui i Comitati Due Sicilie hanno voluto omaggiarne il meraviglioso traguardo.
Serata fantastica, grandi artisti, tutti identitari con l’aggiunta di Povia, non uno dei nostri ma uno che canta anche di noi, con quel brano meraviglioso, A Sud, che trasmette emozioni, smuove l’animo, chi si considera borbonico non può rimanere impassibile davanti a quelle parole, a quella musica e al modo di come viene interpretata la canzone. E poi ancora con i Napulitanata, Paolo Caiazzo e Nello Daniele, musicista a tutto tondo che ha invitato Povia e Eddy Napoli a cantare il “pezzo” famoso di suo fratello: Napul’è, un trio meraviglioso che ha intonato la canzone più suggestiva di Pinotto nostro, con una regia magica, che faceva scorrere foto di momenti di Pino Daniele: una suggestione unica, brividi azzurro Napoli, applausi, lacrime, giubilo, come usa fare una tribù quando si raccogliere e vuole sentirsi parte del suo mondo. Eddy Napoli, la voce di Napoli, appunto, e poiché gli voglio bene come a un fratello mi fermo qui con i complimenti altrimenti faccio un articolo solo su questo. Eddy ha cantato l’inno di Paisiello con le parole del grande Riccardo Pazzaglia, e le lacrime, la mano sul cuore, siamo Borbonici!!! Siamo ancora qui, pronti per nuove lotte identitarie, nuove battaglie di cuore. Grande, immenso Eddy.
Straordinario anche Mariano Riggillo, attore inimitabile, figlio di quell’arte del recitare che solo Napoli può generare. Premiato con tanti altri che si sono fatti onore in questi anni nella Sanità, nel Giornalismo (Gigi di Fiore), nell’economia, nell’arte culinaria, la cultura autoctona premiata con un degno figlio di Napoli, Davide Brandi, maestro di napoletano , l’arte dei gigli con Ernesto Santaniello, e poi i nostri fratelli d’oltreoceano, quelli che hanno e stanno riscoprendo le radici strappate da una patria bugiarda e matrigna, rappresentati per l’occasione da Miriam Tripaldi, musicologa tarantina che insegna negli Stati Uniti, alla University of Chicago e che ha letto un messaggio dei nostri lontani compatrioti che vivono in America.
Una festa che è stata allietata dalla presenza dei nostri reali Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie, che festeggiavano il loro 20° anniversario di matrimonio, qui a Napoli, nel regno dei loro avi, nel regno che speriamo presto possa tornare a essere di nuovo loro, accompagnati e omaggiati dalle loro splendide figlie, Maria Carolina e Maria Chiara, che si sono esibite anche in loro onore, con un brano antico della scuola napoletana (Funnuculì Funniculà). Era anche presente S.A. donna Beatrice di Borbone delle Due Sicilie, che a mio parere impersona la regalità, la forza d’animo, la magnificenza del suo casato: una donna meravigliosa e una principessa vera.
Personalmente il mio abbraccio va a tutti i miei compagni di lotta, presenti sabato: a Simone Lesti, a Carlo di Donato, a Umberto Perlingieri, a Santo Russo, a Lucia di Mauro, a Luigi Russo, a Mario Bellotti, a Michele Ladisa.
Volevo fermare il tempo, perché momenti così non dovrebbero mai terminare. Grazie a questo movimento e alle tante altre anime che lottano, vivono, esistono in nome e per conto delle Due Sicilie, oso abusare della frase di un degnissimo figlio delle Due Sicilie, l’avvocato Francesco Tassone che in una splendida serata a Lamezia, rispose al lungo applauso dei presenti, dopo un suo eloquente intervento con una frase oramai immortale : “Siamo tornati!”