Animata dal progetto del Cardinale Rosso, Maria Carolina, sollecitA? la Corte ad opporre a mali estremi, estremi rimedi. AffidA? l”incarico al Ruffo di portarsi nelle Calabrie attuando una mobilitazione delle masse, per poi riprendersi il regno.
Giunto dalla vicina Sicilia, con risoluta capacitAi?? spirito condottiero ed esperienza militaresca affrontA? la situazione.
Sbarcato a punta Pezzo oggi Villa San Giovanni iniziA? la sua avventura, con tali parole nella tesi di laurea ai???IL REGNO DI NAPOLI E LA CALABRIA NEL 700ai??? doveva iniziare l”alba di una nuova era storica, il periodo degli ideali della Rivoluzione Francese, in Calabria divenne lotta aperta tra le famiglie, e solo quando il Ruffo organizzA? un piccolo manipolo di uomini (ai??i??) calabresi si arruolarono in massa all”esercito Sanfedistaai???.
Al suo arrivo il 7 febbraio 1799 con tutti gli onori, lo attendevano tre realisti, Antonio Winspeare, Angelo di Fiore, Francesco Carbone che lottarono per il ritorno del Borbone al trono. La lotta contro i Giacobini ebbe inizio, istigando tutte le terre ad alzare il vessillo della libertAi??, tutti i paesi dell”Aspromonte e della Piana furono tutti mobilitati dal passaggio del Cardinale Ruffo, cita anche Raffaella Di Capua nella sua opera ai???I Briganti della Calabriaai???.
Il passaggio del brigante per Nicotera. Edito da Mapograf a pag 66: ai???A Scilla, un popolano di Pizzo,(…) gli andA? incontro per informarlo della caduta della Repubblica e dell”arresto dei giacobiniai???.
L”azione del Cardinale fu efficientissima, molte giunte repubblicane si dissolsero al suo passaggio, l”alleanza tra Monteleone, Tropea, Filadelfia e Maida fallAi?? miseramente, il passaggio era libero da ogni intoppo. Tuttavia sulla questione A? proficuo l”archivio storico di Nicotera, il primo per importanza sullo studio della storia locale calabrese, dalla cittadina giunsero notizie di una sommossa popolare sedata, in quanto confusi per giacobini.
La scure della giustizia cadde inesorabile e i presunti malfattori vennero condotti nelle mani di Luigi Rascaglia allora governatore, che non riconoscendoli tali li portA? in libertAi??, inducendoli allo scoppio di un feroce tumulto. Capeggiati da Tommaso Lendina i rivoltosi si portarono al Comune per dare alle fiamme gli archivi ai???bruciando documenti importantiai??? cita ancora la Di Capua nella medesima opera.
Da Nicotera il moto crebbe raccogliendo in sAi?? tutte le municipalitAi?? che non avevano riconosciuto la Repubblica ma che erano favorevoli all”insediamento del Borbone sul trono. Il Ruffo oramai procedeva incontrastato; molte personalitAi?? come baroni, parroci e borghesia lo appoggiavano: ai???promosso e sostenutoai??? citano le piA? autorevoli fonti storicheai???.
Da Nicotera la marcia verso Mileto e Monteleone si fece piA? agevolata: ai???l”arrivo del Ruffo in Calabria suscitA? molte speranze tra i calabresiai???. A conti fatti oramai fino a Monteleone erano cadute oramai tutte le giunte, persistevano Catanzaro e Crotone dove la popolazione attendeva il cardinale rosso in armi. A capo di tremila uomini riuscAi?? in men che non si dica a conquistare tutta la Calabria Ulteriore, grazie all”aiuto di soldati e condottieri molto importanti tra cui sono degni di nota: Giuseppe Spadea, Rocco Rajamondi, Giovanni Celia tanto per citarne alcuni.
Dalla Calabria Ultra dopo aver fatto capitolare anche il castello di Crotone in mano ai Giacobini, passA? con mossa strategica in Calabria Citeriore qui portA? sotto il vessillo Sanfedista tutte le cittAi?? e puntA? su Rossano.
L”armata cristiana cosAi?? piA? ingrossata ed aiutata da bande brigantesche continuava il suo inesorabile cammino in nome dello Stato, varcando i confini calabri. La Calabria era conquistata rimanevano perA? i problemi di lotte tra le municipalitAi?? ad aggravare la situazione provocando un grosso urto.
Tuttavia A? nell”opera di Gaetano Cingari grande storico calabrese che nell”opera Giacobini e Sanfedisti cita l”Inno dei Calabresi:
Inno dei calabresi
Viva,Viva Ferdinando
Nostro Padre,nostro Re
Viva ancora Carolina
Nostra madre, la Regina
si ribellarono li Calabresi
per distruggere i Francesi
Li Francesi che son cani,
tutto a no tempo corrono a mare
e per mare ci sta l”Inglesi
non li lassa navigare.
Tutti, tutti li frantisi
Avimmu d”ammazzari
viva viva Ferdinando
Ch”avea persu stu bellu regnu
L”avia persu cu l”ingannu
Viva,Viva Ferdinandu;
starbore senza radici
Sta coppola, senza testa
Napoli Repubblica non resta.
E” finita l”uguaglianza
A? finita la libertAi??
viva Dio e sua MaestAi??
Li giacobini fora da cca
Li votammu cu l”occhi all”ariu
Li votammu all”altru lato
Viva il Principe ereditariu
Li votammu all”altru lato
il Cardinale ci ha salvato .
Maria Lombardo
Consigliere Commissione cultura Comitati Due Sicilie
Centro Studi e Ricerca Comitati Due Sicilie.