Fenestrelle : La fantasia piemontese, da campo di concentramento a “Grande Bellezza”
Il paese dei Balocchi con Alessandro Barbero nel ruolo di Lucignolo e Juri Bossuto in quello di Pinocchio.
Di Fiore Marro
Caserta 5 giugno 2018
I piemontesi si sa, sono fra gli italiani, quelli con il più alto senso dell’umorismo, non per nulla si inventarono il regno d’Italia, sono talmente fantasiosi che si sono brevettati una macchina, che finchè ha fatto comodo era italiana, ma non appena si sono rivelati problemi con lo Stato, si sono trasformati in azienda olandese, per non dire nello sport, la squadra di calcio piemontese per eccellenza, la Juventus, nonostante la FIGC ( Federazione Italiana Gioco Calcio) gli abbia revocato due campionati, con l’accusa per illecito sportivo, comunque continua indefessamente a sventolarne la conquista, addirittura sotto gli occhi di tutto il mondo, messi bellamente in mostra, sugli spalti del loro stadio di proprietà.
Ora vi chiedo, amici miei lettori, secondo voi, una genìa così spiritosa avrebbe mai potuto far si che un loro rinomato campo di concentramento, potesse mai rimanere una cosa seria? Infatti succede che Fenestrelle diventi tutta un’altra storia, e da campo di sterminio diventa, attraverso la Rai e il suo Giro d’Italia, uno spot turistico. Così come racconta il professore Gennaro De Crescenzo dalle pagine del suo profilo fb.
“La grande bellezza della tappa piemontese … ecco il colle di Fenestrelle, la più grande fortificazione alpina d’Europa, 122 anni di lavoro, una lunga muraglia, tre forti, scalini, dislivelli, inattaccabile”: questa la sintesi di quanto raccontato dal TG1 della Rai qualche giorno fa durante il passaggio del Giro d’Italia da quelle parti. Neanche una parola sulle sofferenze che quel luogo ha causato a migliaia di persone. Ogni tanto, del resto, fanno la loro comparsa sparuti e tristi gruppetti di “negazionisti” di Fenestrelle (spalleggiati da ancora più sparuti e ancora più tristi personaggi “locali”). Al di là del fatto che di migliaia di vittime parlarono circa 80 anni fa per primi i Carabinieri nel loro museo (protestate con loro se volete o potete), al di là del fatto che nessuno aveva il diritto di deportare e far morire anche un solo meridionale in quel lager, al di là del fatto chi si reca in quel luogo per ricordarli ha il diritto di essere rispettato, qualche notizia potrebbe essere utile per orientarci su una possibilità: e se i “negazionisti” di questi ultimi anni fossero mossi (legittimamente, si intende) da interessi non solo culturali ma anche “turistici”? Un poco di storia.
– Dai primi anni del 2000 le prime visite neoborboniche presso la semi-sconosciuta fortezza;
– nel 2008 la lapide che ricordava i nostri soldati a cura di CDS e Fiore Marro e (alla presenza di tanti testimoni) le notizie sui nostri soldati raccontate dai responsabili della fortezza (evidentemente e logicamente interessati alla presenza di turisti “napoletani”);
– nel 2008 la Provincia di Torino rinnova l’accordo con l’Associazione Progetto S. Carlo e il suo presidente di quel tempo, Juri Bossuto (ricordatene il nome), con diversi milioni di euro di finanziamento per restauri e valorizzazione (la lapide viene gradualmente “decentrata” nonostante i permessi ottenuti per la sua apposizione);
– nel 2012 vengono pubblicati due libri “negazionisti” di Fenestrelle: il primo firmato da Juri Bossuto (v. prima) e Luca Costanzo (con prefazione di Alessandro Barbero), il secondo di Alessandro Barbero;
– nel 2013 viene misteriosamente distrutta la lapide e, nonostante le ripetute richieste di Marro, non viene più autorizzata la sua ri-collocazione;
– sempre nel 2013 si inaugura una nuova “linea” per la fortezza: spettacoli di burlesque (spogliarelli femminili) e cene a lume di candela nei pressi del Cafè des Forcats (qualche dubbio sul gusto del nome: il Caffè dei “forzati” o “detenuti”);
– dal 2015 numerosi i “tragici lamenti” per i mancati finanziamenti pubblici mentre il dibattito continua… Premesso che chi, come noi, a Fenestrelle ci va da 20 anni, a spese proprie e forte solo delle sue idee e dei suoi valori e che quindi le nostre tesi (giuste o sbagliate) non hanno alcun interesse personale e/o economico dimostrato o dimostrabile, la domanda può essere legittima: e se una parte di tutto questo “negazionismo” fosse il frutto di una nuova politica “aziendale”? Se fosse tutta una questione di “brand”? Se qualcuno avesse deciso di cambiare linea abbandonando i (pochi) turisti “napoletani” per puntare su un pubblico più vasto e cercando di dissociare il ricordo dei tormenti e della morte da quella struttura (un lager non solo per i soldati borbonici)? Tutto qui. I dubbi restano e resta pure l’esigenza di rispettare le sofferenze inflitte a tante persone in luoghi nei quali non era forse così opportuno allestire striptease e “bar dei prigionieri”… In questo caso i (pochi) “negazionisti” locali “complici” di quelli non locali diventerebbero figure davvero comiche (anzi: “tragicomiche”).
Storicamente questo Paese somiglia sempre di più alle storie di Collodi, dove si rinnova periodicamente Il paese dei Balocchi, in questo caso con Alessandro Barbero nel ruolo di Lucignolo e Juri Bossuto in quello di Pinocchio e la Rai nella mansione di Mangiafuoco .