CIVITELLA DEL TRONTO 2018 ed Il Grande Libro delle Due Sicilie
Evento identitario Borbonico.
Di Fiore Marro
Caserta 1 aprile 2018-04-01
I Comitati Due Sicilie Abruzzo sono lieti di comunicarvi la data dell’evento duosiciliano secondo solo alla Commemorazione di Gaeta, il Raduno Identitario di Civitella del Tronto .
Evento a cura dei Comitati delle Due Sicilie, con il Movimento Neoborbonico, il Movimento Duosiciliano, la Fondazione Francesco II di Borbone, l’Ordine Costantiniano di San Giorgio, i Briganti e le Brigantesse d’Abruzzo ed il Comune di Civitella del Tronto, per ricordare la caduta di Civitella del Tronto, avvenuta il 20 marzo 1861 per mano dei Piemontesi.
Nel suggestivo scenario di Civitella del Tronto i figuranti sfileranno in abiti d’epoca, verrà issata sul pennone la bandiera duosiciliana e s’intonerà l’inno del Regno delle Due Sicilie.
Seguiranno le esibizioni del cantastorie Franco Palumbo in arte Roppoppò, di Mario Canci e della Corale Real Cappella Napolitana.
Sarà possibile, quindi, visitare la fortezza ed il Museo NACT, dove sarà presentato il libro “Il grande libro del Regno delle Due Sicilie” con Carlo Capezzuto, seguito dall’omaggio a Matteo Wade.
Seguirà la celebrazione della Santa Messa presso la “Chiesa della Scopa” (Santa Maria degli Angeli).
L’evento si concluderà con il pranzo presso l’Hotel Ristorante “Fortezza”, con intrattenimento musicale degli artisti dell’Associazione Bon Ton.
Per usufruire dell’ingresso gratuito a alla fortezza, al museo ed al pranzo A? necessario far pervenire la propria adesione entro e non oltre le 20,00 di martedì 4 aprile 2018 al numero 327 5485266.
Per coloro che non avranno prenotato entro il 4 aprile, la quota di partecipazione è di euro 10,00.
Organizzazione a cura del Consigliere Nazionale CDS Franco De Angelis in collaborazione con il referente regionale Comitati Due Sicilie Abruzzo avv. Luigi Spina e le delegazioni CDS Abruzzo
L’evento è preceduto il 6 aprile dalla presentazione de Il Grande Libro del Regno del Regno delle Due Sicilie presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Spoltore (PE), a cura di Carlo Capezzuto e l’Avv. Luigi Spina referente regionale CDS Abruzzo.
Cenni storici della resistenza borbonica di Civitella del Tronto
L’assedio di Civitella del Tronto (1860-1861) fu uno scontro del Risorgimento, l’ultima battaglia che vide contrapposte le truppe dell’esercito sabaudo e quelle dell’esercito delle Due Sicilie, conclusosi tre giorni dopo la proclamazione del Regno d’Italia.
Il bombardamento: Il 15 febbraio 1861, il Generale Mezzacapo ordina un violentissimo bombardamento; nonostante gli evidenti danni, la fortezza non dà cenno di resa. Con la resa della Cittadella di Messina, il 12 marzo 1861, l’esercito sabaudo si concentra maggiormente su Civitella del Tronto.
Il 17 marzo 1861, a Torino, viene incoronato Re d’Italia Vittorio Emanuele II con lo scontro di Civitella del Tronto ancora in corso. Viene ordinato un ulteriore rafforzamento del dispositivo d’assedio e, contemporaneamente, il generale sabaudo Della Rocca viene fatto entrare entro le mura di cinta, recando ai difensori il messaggio di Francesco II di deporre le armi, a seguito della resa il 13 febbraio di Gaeta, ove il sovrano borbonico si era rifugiato. Della Rocca non viene creduto e lo scontro continua.
La resa: Dopo tre giorni di bombardamenti, alle ore 11:00 del 20 marzo 1861, il maggiore Raffaele Tiscar espose la bandiera bianca e proclamò la resa a nome dell’intera guarnigione. Tiscar, vice-comandante del forte, firmò la capitolazione congiuntamente al tenente colonnello dell’armata sarda Emilio Pallavicini. Alle 13:45 il sergente Messinelli, accusato di non aver obbedito agli ordini di resa del Generale Enrico Morozzo Della Rocca, viene portato fuori Porta Napoli per esser fucilato senza processo. I 291 soldati sopravvissuti sono portati come prigionieri di guerra ad Ascoli Piceno che, per rispetto, diffonde alla popolazione l’ordine di non insultarli poichè hanno fatto a pieno il loro dovere. Alle ore 17:00, lo stato maggiore sardo entra in Civitella del Tronto e nel forte viene issata la bandiera sabauda, salutata da 21 colpi di cannone. Nonostante la resa tardiva e onorevole riferita da Cavour alle corti inglese e francese il 21 marzo, nel giorno seguente il ministro della Guerra Manfredo Fanti ordina la distruzione della fortezza e della cinta muraria della città come monito per i briganti. La fortezza resterà in stato di abbandono per più di un secolo.