Teodoro Salzillo (1826-1904), nato da una agiata famiglia molisana, fu scrittore di orientamento filoborbonico e legittimista. Non gli fece difetto, tuttavia, la tempra dell’uomo d’azione. Lo storico Maurizio Di Giovine ricorda che egli, a partire dal principio di ottobre del 1860, forma un battaglione di mille volontari costituiti in gran parte dalle guardie urbane, in parte dai soldati congedati ed in parte da gendarmi fedeli al Re Francesco II, per combattere prima contro i garibaldini, poi contro l’esercito sabaudo. All’inizio del blocco di Gaeta, Salzillo entrò nella piazzaforte per far parte dei servizi di sicurezza che svolgevano funzione di controspionaggio.
Trasferitosi a Malta, continuò da qui la battaglia per il legittimismo usando l’arma della penna. Sull’isola, infatti, scrisse un Appello ai veri Italiani, poi un Indirizzo, nel Capodanno del 1863, a S. M. Francesco II re delle Due Sicilie, quindi La Confederazione Italiana con le dinastiche autonomie, cui seguì Roma e le menzogne parlamentari nelle camere dei comuni di Londra e di Torino (1863).
Thesaurus sas, società napoletana impegnata nel settore dei beni culturali, ha scelto di ripubblicare quest’ultimo pamphlet in edizione anastatica, dopo la positiva esperienza della ristampa del volume di Calè Ulloa Delle presenti condizioni del Reame delle Due Sicilie.
Roma e le menzogne parlamentari non è un’opera storica, né l’autore vi indulge in complicate analisi politico-diplomatiche. Salzillo è un combattente, un uomo dichiaratamente di parte, un soldato pronto a difendere a ogni costo non solo la Dinastia borbonica, ma anche e soprattutto i principi etico-religiosi su cui gli antichi governi italiani – in primis quello del Papa – basavano la loro legittimità.
Invano, pertanto, si cercherebbe in questo volumetto una prosa raffinata ed elegante. Salzillo struttura Roma e le menzogne parlamentari come una lunga invettiva contro il mostro filosofico e politico della Rivoluzione figlia di Satana che, nel momento in cui l’autore scrive, celebra i suoi trionfi nella Penisola italiana e punta a occupare Roma, distruggendo così il potere temporale del Pontefice. Lo scrittore molisano, dunque, passa in rassegna i discorsi parlamentari di Cavour e di Lord Palmerston, nonché articoli di giornali italiani ed esteri, additando in essi quelle che, a suo avviso, sono le peggiori menzogne formulate contro il Trono e l’Altare e confutandole in maniera documentata. Non trascura di commentare tristi fatti d’attualità, come le sanguinose conseguenze della lotta al cosiddetto brigantaggio.
A volte il pamphlet lascia trasparire una carica passionale troppo accesa e risente di un eccessivo e ingenuo manicheismo. Tuttavia l’empito cavalleresco di Salzillo gli permette anche di formulare riflessioni assai efficaci nella loro folgorante immediatezza, e di scrivere passi di indubbia energia ed efficacia polemica, come il seguente: senza esagerare, con orgoglio possiamo dire alla impassibile Europa, che in questo momento in cui la Legge Pica fa strazio dei napolitani, per la quale, paesi e città si son dati in balia dell’arbitrio militare, la colpa dei figli si punisce nei padri, nelle madri, nelle sorelle: le fanciulle si strappano dai collegi, e si tengono in ostaggio nelle caserme nelle prigioni e peggio ancora, i combattenti generosi sommano ad un sessanta mila, a quali uniti i conniventi sommano dieci milioni, perché la gran cifra dei secondi combatte nel silenzio più potente e più feroce dei primi.
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Aggiungo solo che gli interessati possono acquistare il volume in prevendita sul sito: http://linkpdb.me/9511.
Voglio ringraziare pubblicamente il Presidente Fiore Marro e Chiara Foti per l’amichevole sostegno all’iniziativa.