Continua con questo libro Radici di Roccia il viaggio nella memoria dei luoghi di Vincenzo Tortorella. I luoghi sono quelli più cari e vicini a Vincenzo: i Monti Alburni, Sicignano, Paestum, la valle del Sele, dove la storia puntualmente ed attentamente ricercata e riportata dall’autore si fonde con la leggenda e ricostruisce un passato di genti che hanno costruito, vissuto, si sono battuti e tante volte sono morti nella loro terra, per la loro terra. Memoria che i luoghi stessi raccontano con i resti di imponenti castelli, ormai in rovina e quasi nascosti dalla vegetazione, un tempo fieri ed inespugnabili e di mura possenti ed inattaccabili , nel lungo svolgersi dei tempi vinte e poi crollate. Raccontano di Re che fondarono città ormai scomparse, di battaglie e di assedi e di saccheggi, di fulgidi eroi e di principi sanguinari e dissoluti, perché queste pietre sono le radici di millenaria roccia di questi luoghi. Radici di Roccia A? anche metafora di quanto il passato di questi territori, sia indissolubilmente legato e permei il presente sia a livello individuale che nella memoria collettiva delle genti che vi vivono, memoria inconscia, radici dell’anima. Questo libretto, cosi lo definisce Vincenzo Tortorella , non ha velleità di trattato storico , ma la ricerca degli eventi accaduti A? puntuale, precisa, puntigliosa e del lavoro storico ha tutta la dignità ed autorevolezza e se gli eventi talvolta hanno il sapore epico della leggenda questo avviene soltanto perché la storia nel suo accadere non finisce mai di stupire e sa costruire eventi degni del miglior novelliere.
Carlangelo Scillamà Chiarandà
Comitati Due Sicilie – Roma.
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