Michele Topa,Ai??I Briganti di Sua MaestAi??,Ai??Fratelli Fiorentino, Napoli, 1993
Per capire chi siano stati i Briganti che lottarono nellai??i??Italia meridionale, negli anni 1860/70, un libro importante (quasi fondamentale) da leggere A?Ai??I Briganti di Sua MaestAi??Ai??di Michele Topa. Non A? facile trovarlo in vendita, lo si puA? reperire in qualche biblioteca.
Michele Topa A? stato giornalista deAi??Il Mattino,Ai??Corriere della Sera,Ai??Il GiornaleAi??di Montanelli. Eai??i?? autore anche del ponderoso volumeAi??CosAi?? finirono i Borbone di Napoli.
Lai??i??autore a proposito del titolo scrive che A? un suggestivo ossimoro [accostamento di due termini contraddittori] che gli era stato suggerito da Dino Buzzati. I Briganti sono stati degli intrepidi guerriglieri del distrutto Regno delle Due Sicilie, che si battevano per liberare la loro terra invasa dai piemontesi e riportare sul trono il loro Re. In quei tempi grande era il feeling tra il popolo e i sovrani borbonici. Per i proletari delle campagne era tuttai??i??uno lottare per il Re e la Nazione napoletana, e cercare il riscatto dal doloroso e avvilente loro stato di reietti della societAi??. I Re borbonici erano sempre stati dalla parte dei piA? deboli e poveri, contro la classe avidissima della borghesia agraria.
I meridionali erano stati ingannati dalle mirabolanti promesse dei piemontesi e dei loro accoliti unitari: abolizione della tassa sul macinato, riduzione del prezzo del pane e del sale, soluzione degli annosi problemi demaniali. Quelle promesse si erano tradotte nellai??i??esatto opposto. Un manipolo di padroni di terre angariavano le grandi masse rurali. Era naturale ribellarsi a quello stato di cose che venivano creandosi. I contadini erano ignoranti ma non minchioni. Il ai???voto unanimeai??? nel plebiscito del 1860 per lai??i??annessione al Piemonte era stato una truffa.
La fuorviante etichetta di brigantaggio, affibbiata ad un grande movimento popolare, cominciA? ad essere usata, nella pubblicistica, dal corifeo asservito alla propaganda sabauda Marc Monnier.
Non potevano essere tutti briganti le migliaia e migliaia di uomini e donne, vecchi e giovani, persino ragazzi, che lottavano e davano la loro vita per un ideale e per riscattarsi dalla miseria. In quegli anni nel meridione si combattAi?? una guerra civile, nella quale lai??i??esercito piemontese e i loro accoliti unitari si macchiarono di feroci e sanguinari misfatti. Soltanto nei primi nove mesi del 1861 furono uccisi circa ventimila ai???brigantiai??? e ai???favoreggiatoriai???. Non sapremo mai, a causa della censura allora imposta, quanti ne caddero di ai???brigantiai??? in combattimento o dinanzi ai plotoni di esecuzione fino al 1870. Non A? possibile che essi fossero tutti dei malfattori e delle sanguinarie canaglie.
Il libro narra, con linguaggio accattivante, di quei tragici fatti, iniziando dalla fuga da Gaeta di Francesco II e Maria Sofia, e terminando con la triste epopea dellai??i??emigrazione, che vide gli sconfitti meridionali partire per terre lontane e sconosciute, dove li aspettavano altri patimenti ed altri sacrifici. Nelle pagine intermedie del libro si parla dei grandi condottieri partigiani/briganti: Carmine Crocco, JosAi?? BorjA?s, Pasquale Domenico Romano, degli altri capi dei tantissimi altri gruppi che operavano nella guerriglia, si parla della famigerata e mostruosa ai???Legge Picaai??? che mise a ferro e fuoco tutto il mezzogiorno, si parla dei tanti paesi rasi al suolo per vendetta dallai??i??esercito piemontese come Pontelandolfo e Casalduni, si parla della disagiata e triste vita quotidiana dei ai???brigantiai???, si parla di una guerra che purtroppo non poteva essere vinta, si parla di una sconfitta che fa sentire le sue tristi conseguenza ancora oggi. Lai??i??unitAi?? dai??i??Italia doveva esser fatta, ma non in quel modo.
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1 Comment
Questa storia e uscia fuori solo adesso che stiamo 2015 perchè non se ne mai parlato di tutto gli omicidio che anno fatto,non si ricorda di tutti i nostri bisnonno che anno comdattuto questa guerra sanquinosa, festeggiano annivesale digli ebrei quello che anno fatti i tedesche ma non ce un solo ricordo dei nostri antenati quelli che sono stati ficilati qulli che sono morti del carcere di finestrelli e altri carceri piemontesi i miliono meridionali, noi tutti i meridionali dovremmo fare una causa allo stato italiano come danni e del nostro orgoglio, come figli del sud la nostra storia la dovremmo sapero, perchè ci anno negato tutto questo,io sono un uomo di 75 anni e solo adesso ho scoperto tutto questo mia nonna mi diceva che suo nonno era un sildato del re ed e morto a torino..