di Gennaro Zona
Milano, 18 novembre 2018
Da quando il Movimento 5 stelle lo ha presentato come programma per le elezioni, successivamente vinte soprattutto con il voto del Sud, al Nord tutti o quasi, si sono applicati alla denigrazione del Sud; tanto per non perdere l’abitudine. Lo spunto per questa disamina me lo ha dato il settentrionale Briatore; cito testualmente le sue parole : “Al Sud la gente non ha voglia di lavorare. Se adesso danno pure il reddito di cittadinanza, questa sembra una follia vera. Per me è una follia perché paghi la gente che sta sul divano; sul divano ci sono già gratis. Poi addirittura li paghi. Prenderanno il divano a due piazze. Investimenti in Meridione ? Ci sono difficoltà enormi e la gente non ha voglia”.
Dato che vivo al Nord posso assicurare che è una idea molto diffusa sia tra i leghisti sia tra quelli che dicono di non esserlo ma nel segreto dell’urna lo sono, sia dai votanti gli altri partiti, PD compreso.
Ovviamente il Sud votando compatto per il Movimento 5 stelle ha rafforzato questi convincimenti, considerato che la loro unica idea elettorale a favore del Mezzogiorno d’Italia, il quale notoriamente ha la maggioranza di poveri e disoccupati, è stata quella del Reddito di Cittadinanza.
La popolazione dell’Italia Meridionale ha avuto soltanto questa proposta e l’ha votata. Del resto nessun partito dal 1946 ad oggi si è impegnato nello sviluppo del Sud se non in termini generici. Lo Stato, una volta archiviate le varie tornate elettorali si è sempre comportato in modo assistenzialistico nei confronti del Sud. Nei fatti seguendo quanto disse Angelo Costa, presidente di Confindustria fin dal 1946: “ E’ assurdo pensare che l’industria si localizzi al Sud, è più conveniente trasferire la manodopera al Nord”.
I fondi del piano Marshall destinati all’Italia nel primo dopoguerra furono destinati dallo Stato quasi completamente all’industria del Nord.
La Cassa per il Mezzogiorno istituita anch’essa nei primi anni 50 è stata per il Sud una elargizione di sussidi, di briciole per sopravvivere; come credo di aver dimostrato in un mio lavoro del 1997. Chi ne ha beneficiato di più è stato, guarda un po’, il Nord.
Con la conquista del Regno delle due Sicilie, il novello Sud d’Italia fu derubato delle sue industrie, delle sue ricchezze e posto ai margini dello sviluppo della nuova nazione. Si pensi che il nuovo Stato impiegò tutto il suo potere per cancellare il mondo dei Borbone, intervenendo con forza bestiale soprattutto su Napoli, che ne era la capitale. Fu annichilito l’orgoglio dell’appartenenza di un popolo riducendolo a macchietta di se stesso.
Il ruolo del Sud, nella nuova nazione fin dal 1861, è sempre stato quello di consumatore e non di produttore, In tal modo il Mezzogiorno è diventato preda della malavita organizzata nella totale indifferenza dello Stato centrale e del Nord. Uno Stato serio, degno di questo nome, non avrebbe mai permesso alla malavita di gestire quasi la metà del Paese. Si capisce quindi perché il reddito di cittadinanza ha avuto per la gente del Sud, in gran parte povera e disoccupata, questa grande attrattiva.
Il Movimento 5 stelle ha pensato unicamente a cercare di sollevare le sorti della popolazione più povera e dei senza lavoro favorendo in tal modo il perpetuarsi dell’assistenzialismo e del contestuale dileggio della gente del Nord. Sottoposto ad attacco il Movimento ha iniziato a pensare a come evitare la concessione del reddito di cittadinanza anche ai furbi ed ai disonesti copiando ciò che viene fatto bene da anni negli altri paesi europei.
Quindi non una idea nuova, come mi sarei aspettato, per sollevare le sorti del Sud, non uno scatto verso la visione di un Sud in cammino verso la modernità.
Il Sud non ha bisogno di questo ! Almeno non solo di questo.
Se per quanto riguarda il Mezzogiorno il concetto di Reddito di Cittadinanza viene approcciato in modo economico, tutto cambia.
Proviamo ad usare una metafora; a pensare l’Italia come una azienda ed utilizziamo la “cultura del fare” tanto cara al Nord.
Ebbene, se vediamo l’Italia come una azienda, essa avrà un Consiglio di Amministrazione e dei Soci. Diciamo che i soci sono il Nord ed il Sud ed il CdA è lo Stato. Questo concetto il Nord lo capisce senz’altro visto che le aziende stanno quasi tutte li. Ciò detto si ha una situazione aziendale di questo tipo; il Nord ha la aziende, il Nord ha l’industrializzazione, il Nord ha i migliori Ospedali, migliori servizi e quasi tutte le infrastrutture (una miriade di strade, autostrade, ferrovie con l’alta velocità aeroporti, porti e quant’altro) e perciò produce per tutti; anche per il Sud che ha il ruolo aziendale di consumatore.
Ma il Sud è soltanto questo ? No, il Sud è anche uno dei due soci; allora se il Nord riceve il premio per la sua parte in lavoro, stipendi, capitali e crescita economica ulteriore il Sud riceverà la sua parte come DIVIDENDO degli utili, realizzati dall’azienda Italia.
Quindi non più il misero Reddito di Cittadinanza come elemosina assistenziale bensì il sacrosanto Dividendo pagato alla parte della Nazione che ha il solo ruolo di consumatore.
Per i soci di una azienda il Dividendo non è una concessione ma un diritto; questo lo capisce anche Briatore. Perciò il Nord si prenderà la sua parte in stipendi ed il Sud se la prenderà in Dividendi.
L’unico modo attuabile per modificare questo assetto societario è che il CdA ( lo Stato) operi delle scelte tali da industrializzare il Sud e portarlo al livello del Nord; quindi basta con opere infrastrutturali al Nord, che ne ha già a sufficienza, che i denari vengano destinati al Sud.
Sempre per seguire la metafora adottata, Il Sud dovrebbe opporsi con vigore alla furbata di alcune regioni settentrionali, Lombardia e Veneto in testa, le quali vorrebbero più autonomia e federalismo.
Una azienda commerciale non può cedere le sue filiali più produttive e più ricche a dei soci che vogliono staccarsi per non contribuire più a dare il dividendo agli altri soci.
O si va avanti tutti insieme oppure si fanno due società; con tutto ciò che ne consegue. Altro che una misera elemosina ai nullafacenti chiamandola reddito di cittadinanza.
Il Sud reclama il suo dividendo dal 1861